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Una parte forse prematura del mio processo creativo prevede l’uso di fotocopie. Ho imparato questo da Pax, che letteralmente è in grado di mutare la carta in oro. Il fatto è che l’opera su carta, il bozzetto, la prova d’artista, la stampa venuta male, porta con se un quantum di spensieratezza. Ho finalmente trovato la copisteria che usa la carta copia giusta per i miei transfer, è molto leggera. Sono laziali, ma nessuno è perfetto. Oggi mentre aspettavo le mie copie una signora è entrata, ha chiesto un’informazione ed è uscita velocemente. Io mi ero persino preoccupato di rassicurarla sui tempi di attesa. Avevo quasi finito.

Pago il dovuto ( molto meno della copisteria che uso di solito ) e mi accorgo che la signora ha lasciato dietro di se’ uno strano odore. Mi giro verso il negoziante e istintivamente mi rendo conto di non avere più gli occhiali da sole. Do una rapida occhiata al bancone e nel tempo che ci metto a perquisirmi le tasche la signora è già arrivata correndo alla fermata dell’8 davanti alla palestra di Nello e a casa di mamma. Territorio mio.

Mi sono messo a correre. Il tram mi aveva chiuso le porte in faccia, ma poi all’ultimo le ha riaperte manco fossi Gene Hackman in French Connection. La signora faceva avanti e indietro per il vagone, con quell’odore strano addosso. L’ho fermata e vergognandomi come un cane le ho detto, questi sono i miei occhiali, puntando dritto al suo naso. Lei li ha tolti per esaminarli ed io glieli ho presi dalle mani. Lei ha iniziato a ridere dicendo ad alta voce: ma sono uguali ai miei, li ho presi per sbaglio, ma il tono era sbagliato, le scarpe erano sbagliate, e c’era quell’odore acre. Alla fermata successiva è uscita di corsa. Mi è venuta una gran malinconia. Questi Ray Ban Wayfarer, gli unici che mi stiano bene sul nasone, saranno il mio 20esimo paio, li ho comprati per andare in Sicilia perché ho perso gli ultimi che avevo preso, sempre all’aeroporto, per andare a NY 3 anni fa. Quando ero ragazzino i Ray Ban erano gli aviator di mamma, e costavano niente. Ora vengono 170 euro, e quindi sono un bocconcino facile per la cleptomane di turno. In Sicilia non è stata una passeggiata di salute e io a questo piccolo lusso che mi sono concesso, a questi occhiali nuovi, che fanno un po’ resistenza quando ne divarichi le stanghette, mi ci sono attaccato come a un’ancora di salvezza. Una piccola cosa bella, solo mia.

Un tentativo di furto, o un furto, portano con se’ sempre quel sapore odioso di aver subito una violenza. Di esser stati violati. Si è violata la nostra buona fede, e nel contempo ci hanno sottratto qualcosa. Ma cosa? Una cosa che ho capito essere sempre più derubata è la schiettezza nei rapporti. Il coraggio di dire magari anche una cosa spiacevole, ma sincera. Di stare nella relazione come si dice. I rapporti che conduciamo prevalentemente sul telefono, ho paura, non sono “relazione”. Le stories e i cuoricini, i likes e le views non sono dimostrazioni di affettività. Sono succedanei, molto ambigui, di un rimasuglio di attenzione. Siamo cosi concentrati su questo livello di comunicazione frivolo che quando manolesta trafuga i miei Wayfarer io non so se ridere, piangere o farne un “contenuto”. Che parola oscena. La cosa giusta l’anno fatta i miei piedi, le mie gambe, e il mio conto in banca/salice piangente. Si sono incaponiti: gli occhiali tornavano a casa con me, punto.

Nelle notti estive romane i ragazzi iniziano a far casino a mezzanotte. È il solito sfogo, e anche lì non c’è più quella cialtronaggine di Flaiano, di Fellini, ma c’è la povertà, il nichilismo, l’alcol da due soldi. Il portiere dello stabile accanto protesta perché annaffio le piante e bagno l’asfalto sotto la chiostrina, mi urla dal piano terra. Le urla non fanno in tempo a dissiparsi che l’asfalto è già asciutto. Così asciutto che proprio dove è piantato lui, che urla verso il mio terrazzo, si apre una voragine. La voragine lo inghiotte, il condominio rimane senza portiere, e la signora che si lamenta di tutto e lo aizza sempre smette finalmente di

lamentarsi per nulla e inizia a piangerlo, lo piange come una sposa abbandonata. Le lacrime diventano una pozzanghera, poi un ruscello, infine un vero canale. Ofelia ( la signora si potrebbe chiamare così ) aspetta che il canale raggiunga la piena e vi si abbandona, un pino silvestre perde l’appiglio delle radici e la segue, scivolando anche lui verso il Tevere, per la corrente. Le fronde dell’albero le solleticano le piante dei piedi, Ofelia adesso non piange più. Ofelia ride. La risata riempie le strade, gli androni, la stanze lasciate in penombra tutto il giorno.

Le distanze nella canicola si fanno più lunghe. La luce riempie le pieghe dell’asfalto, le buche, i nasoni, i marciapiedi dissestati, i sampietrini. Questa assenza d’ombra non promette bene. Eppure un gruppo di intrepidi si è dato appuntamento giovedì scorso da noi per ascoltare le sonorizzazioni di Erendira e Geronimo, e per assistere all’ultima serata di diapositive dell’estate. Dall’afa, piano piano, complici gli amari and soda di Paolo ci siamo trovati immersi in una serata dolce, deliziosa. Mentre loro due, che si amano, suonavano, e mentre scorrevano le diapositive sulla vetrina, mi è venuto di pensare che le cose spontaneamente belle sono così delicate che se anche una sola persona smette di crederci, smette di affidarsi alla loro magia, scompaiono. Evaporano, si perdono come una bolla di sapone. Eppure è già un anno che facciamo questo piccolo evento per la nostra comunità, ed ogni volta è sorprendente, quella gioia di condividere senza secondi fini ci coinvolge, ci ispira, ci rende migliori. Tornando dalla Sicilia poco prima di salire sull’aereo riflettevo su quanto sono fortunato. La fondazione Orestiadi ha acquisito due piccole opere mie, e devo ringraziare Arianna Catania per averle selezionate con tanto gusto ed acume. Prima di introdurre brevemente il lavoro, mi sono perso nel granaio della fondazione, che ospita le opere più belle. Ci sono capolavori di Guttuso, Scialoja, Burri, Schifano, Montessori, Pomodoro, insomma, cosa dire? ( se qualcuno di voi ha investito sul mio lavoro, in questi due/tre anni, fate un piccolo brindisi a noi, stasera ). Ma insomma sulla via del ritorno, cercavo il bandolo della matassa e leggendo un’intervista di Gnoli a Luigi Zoja sull’ultima spread di Robinson, ho letto questa frase sugli aspetti più fecondi dell’anima che di fatto ha dato senso agli ultimi dieci anni di lavoro che ho scattato. Ora io non riesco a stare fermo, non riesco a non pensare a questo progetto che già sento concluso ancor prima di iniziare, proprio perché prima di salire sull’aereo, e mentre l’aereo saliva su, ho pensato fortissimo alla coda di cavallo dei suoi capelli, a come la luce ne rendeva luminose le ciocche ribelli, quelle che non arrivavano all’elastico. E poi quando eravamo già altissimi ho pensato che questa lettera d’amore, stavolta, non la spedisco, la scrivo a me stesso, la nascondo in un cassetto e cerco di dimenticarmene.

Attenti ai borseggiatori e visitate lo shop se avete voglia di sperperare in cose belle.

Shipping news: Raw Messina hosted its first live show, with soundscapes by Erendira and Geronimo. I was so excited I bought a mini/jazz club like drum kit. We are anxiously awaiting for the arrival of the Hoopers. My work was acquired by a prestigious foundation:“Orestiadi” in Gibellina. We had our last diapositive night of the season, and are planning our yearly, senators only, potluck dinner to plan our next moves. I saw, with joy, that my fellow Americans chose Mira Nair’s son as a contender for NY Mayor. That’s some good news, because from afar, too often, we felt this year, that America had lost quite a bit of its magic. It’s good to know the good is still alive. We must do better in Europe too, to be honest. We need to get rid of fascisms and their ideological byproducts. But most of all we need to fight a cultural battle. We need to reinforce individual, original, critical thinking, against all sorts of preconceived, social media ready, conformisms. What historical fascism was never able to achieve, the standardization of the human experience, the society of consumerism has completed and perfected ( pasolini ). Let’s not forget that. Let’s make our choices more conscious. Please start small galleries, like we did. Make good, flawlessly executed creative works available to most and an integral part of our daily living. Be part of something excellent, participate in precious endeavors, fight epic battles for the highest purposes. Rediscover altruism and idealism.

And please, if we have called each other friends, reach out, come visit. Let’s talk to each other, don’t let the relationship deflate. Perform the dance of beauty and acceptance. Love and respect yourselves and others. Make your loved ones feel special and connected. I miss you. gab